Il cancro nucleare. L’evidenza dalla Germania
In Italia si discute a ondate intermittenti sul futuro energetico del paese,insinuando in maniera ogni volta più esplicita la possibilità di riaprire le centrali nucleari come unica soluzione. Mentre noi facciamo questo, la vicina Germania pianifica di chiudere tutte le sue centrali a partire dal 2020.
Data anticipata rispetto alle previsioni del governo tedesco, anche grazie alla pressione esercitata dalle ancora forti influenze ambientaliste e da alune evidenze scientifiche.
Uno studio fra i tanti - perché tra i più recenti e perché interessa il tema del blog - merita di essere citato, tanto per mettere la pulce nell’orecchio per la prossima volta in cui sentirete dire che il nucleare serve e non fa poi tanto male.
La vicinanza a stabilimenti che sfruttano l’energia nucleare aumenta notevolmente il numero di bambini che sviluppano precoci e gravissime forme di cancro.
Lo studio è tanto più importante perché non proviene dalle “solite” associazioni ambientaliste, nell’opinione comune portate naturalmente all’esasperazione di certi “dettagli”.
Stavolta si tratta di uno studio dell’Università di Meinz:
http://www.pubmedcentral.nih.gov/articlerender.fcgi?artid=1469929
pubblicato ufficialmente su Pubmed, con tutti i crismi della scientificità e, addirittura, per alcuni ricercatori che hanno avuto modo di commentarne i risultati (se sapete il tedesco, trovate alcuni interventi sulla Suddeutsche Zeitung), probabilmente sottostimato.
I ricercatori di Meinz si sono concentrati, in particolare, sull’area attigua alla centrale nucleare di Krummel, dove è stato rilevato un eccezionale incremento delle leucemie, tanto infantili, quanto negli adulti.
Le analisi cariotipiche sul dna della popolazione ha rilevato un aumento considerevole della percentuale di cromosomi dicentrici, mutazione dagli effetti piuttosto gravi, inversamente proporzionale alla distanza dalla centrale. Alcune decine di adulti hanno mostrato di avere cromosomi dicentrici nelle proprie cellule linfocitarie e di avere trasmesso ai propri figli la mutazione, portando ad un aumento inconsueto nella media nazionale della leucemia infantile.
In parole povere: più vicino al reattore, più probabilità di sviluppare cancro e mutazioni genetiche e di trasmettere queste mutazioni ai propri figli, insieme all’aumentata possibilità di ammalarsi di leucemia.
Lo studio è molto articolato (150 pagine liberamente accessibili) e molto dettagliato ed è stato presentato al Ministero della salute tedesco perché possa servire da ispirazione e riferimento nella politica nucleare del Paese.
Utile sarebbe che questo genere di studi trovassero ampia diffusione anche lì dove questo tipo di danni, ancora, non sono presenti.
meglio prevenire.
Da: www.ecomamma.blog.kataweb.it
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