sabato 26 luglio 2008

Cancro nucleare. L'evidenza dalla Germania

Il cancro nucleare. L’evidenza dalla Germania
In Italia si discute a ondate intermittenti sul futuro energetico del paese,insinuando in maniera ogni volta più esplicita la possibilità di riaprire le centrali nucleari come unica soluzione. Mentre noi facciamo questo, la vicina Germania pianifica di chiudere tutte le sue centrali a partire dal 2020.
Data anticipata rispetto alle previsioni del governo tedesco, anche grazie alla pressione esercitata dalle ancora forti influenze ambientaliste e da alune evidenze scientifiche.
Uno studio fra i tanti - perché tra i più recenti e perché interessa il tema del blog - merita di essere citato, tanto per mettere la pulce nell’orecchio per la prossima volta in cui sentirete dire che il nucleare serve e non fa poi tanto male.
La vicinanza a stabilimenti che sfruttano l’energia nucleare aumenta notevolmente il numero di bambini che sviluppano precoci e gravissime forme di cancro.
Lo studio è tanto più importante perché non proviene dalle “solite” associazioni ambientaliste, nell’opinione comune portate naturalmente all’esasperazione di certi “dettagli”.
Stavolta si tratta di uno studio dell’Università di Meinz:
http://www.pubmedcentral.nih.gov/articlerender.fcgi?artid=1469929
pubblicato ufficialmente su Pubmed, con tutti i crismi della scientificità e, addirittura, per alcuni ricercatori che hanno avuto modo di commentarne i risultati (se sapete il tedesco, trovate alcuni interventi sulla Suddeutsche Zeitung), probabilmente sottostimato.
I ricercatori di Meinz si sono concentrati, in particolare, sull’area attigua alla centrale nucleare di Krummel, dove è stato rilevato un eccezionale incremento delle leucemie, tanto infantili, quanto negli adulti.
Le analisi cariotipiche sul dna della popolazione ha rilevato un aumento considerevole della percentuale di cromosomi dicentrici, mutazione dagli effetti piuttosto gravi, inversamente proporzionale alla distanza dalla centrale. Alcune decine di adulti hanno mostrato di avere cromosomi dicentrici nelle proprie cellule linfocitarie e di avere trasmesso ai propri figli la mutazione, portando ad un aumento inconsueto nella media nazionale della leucemia infantile.
In parole povere: più vicino al reattore, più probabilità di sviluppare cancro e mutazioni genetiche e di trasmettere queste mutazioni ai propri figli, insieme all’aumentata possibilità di ammalarsi di leucemia.
Lo studio è molto articolato (150 pagine liberamente accessibili) e molto dettagliato ed è stato presentato al Ministero della salute tedesco perché possa servire da ispirazione e riferimento nella politica nucleare del Paese.
Utile sarebbe che questo genere di studi trovassero ampia diffusione anche lì dove questo tipo di danni, ancora, non sono presenti.
meglio prevenire.
Da: www.ecomamma.blog.kataweb.it

mercoledì 23 luglio 2008

FUGHE RADIOATTIVE IN FRANCIA

di Marco Cedolin

Tricastin, Romans – Sur – Isere, Saint Alban e ancora Tricastin. Nelle centrali nucleari francesi si susseguono le fughe radioattive e per la quarta volta negli ultimi 20 giorni è scattato l’allarme rosso in un impianto transalpino, in un periodo già molto travagliato per l’atomo europeo dopo l'incidente accaduto ai primi di giugno in Slovenia nella centrale nucleare di Krsko ed i 4 incidenti registrati in Spagna a luglio in soli 12 giorni nella centrale nucleare di Cofrentes nei pressi di Valencia.

A Tricastin lo scorso 8 luglio le autorità francesi resero nota la fuoriuscita nell’ambiente, avvenuta il giorno precedente, di 74 kg di uranio. A Romans – Sur – Isere lo scorso 18 luglio l’Autorithy per la sicurezza nucleare francese ammise la fuoriuscita di acque contaminate da elementi radioattivi, pur assicurando che l’incidente non aveva determinato impatti ambientali. A Saint Alban lo scorso 21 luglio 15 operai vennero contaminati dalla fuoriuscita di liquido radioattivo. Ieri 23 luglio, nuovamente a Tricastin 100 operai sono stati contaminati da elementi radioattivi di cobalto 58 fuoriusciti da una tubatura del reattore numero 4 fermo per manutenzione ed immediatamente evacuati dalla centrale.
Proprio intorno al sito nucleare di Tricastin, fra i più grandi al mondo, che non comprende solo la centrale, ma anche una serie di laboratori che lavorano l’uranio grezzo e depositi per le scorie radioattive, sembrano emergere molti scampoli di realtà, fino ad oggi sottaciuti, in grado d’incrinare più di una certezza riguardo alla capacità francese di gestire al meglio le conseguenze di quella sorta di “patto con l’atomo” che in Francia (dove il 78% dell’energia consumata viene prodotta dalle centrali nucleari) ha creato il mito dell’energia “facile”, pulita ed a buon mercato.

Gli incidenti nel sito di Tricastin avvengono da oltre 30 anni, anche se spesso sia la dinamica sia le conseguenze degli stessi sono state tenute nascoste per evitare polemiche e proteste.
Già dal 1964, prima ancora che sorgesse la centrale, il sito ospitava un deposito di scorie radioattive, provenienti da una vecchia fabbrica militare per l’arricchimento dell’uranio, stoccate senza alcuna precauzione, che avrebbero determinato nel corso del tempo la migrazione di 900 chilogrammi di uranio all’interno delle acque sotterranee che riforniscono i pozzi delle famiglie della zona. Ad esso si è aggiunto il deposito per scorie nucleari della Sogema, la società che a Tricastin arricchiva l’uranio per la costruzione degli ordigni nucleari, che contiene 700 tonnellate di scorie radioattive sepolte sotto un cumulo di quattro metri di terra
Nel 1986 una fuga di esafluoruro d’uranio dalla centrale portò il livello di radioattività dell’aria a 130 bequerel per metro cubo, «quando il dato normale è di 0.00001». Nel 1991 si verificò lo sgocciolamento di nitrato d’uranio sulla ferrovia della Sogema,. Nel 1997 si verificò una fuga di uranio arricchito nei terreni. Solamente un paio di settimane fa a due chilometri di distanza dalla centrale sono state trovate falde freatiche e pozzi privati dove il tasso di uranio rilevato dall’Istituto di radioprotezione e sicurezza nucleare Irsn, arrivava a punte di 64 microgrammi per litro, ben oltre i 15 ammessi dall’Oms per dichiarare potabile l’acqua.

Energia facile, pulita ed a buon mercato che inizia a manifestarsi sempre più lontana da una realtà costretta a specchiarsi con il dramma dei lavoratori sottoposti alla contaminazione radioattiva e degli abitanti dei comuni che sorgono in prossimità del sito di Tricastin, costretti a convivere con la paura e privati perfino dell’acqua, essendo ormai proibito berla, nuotarci, mangiarne il pesce ed irrigare i campi, destinati ad inaridire in questa fetta di pianura francese immolata, come tante altre, sull’altare di un atomo che sta iniziando a scolorare e preoccupare sempre più.

domenica 20 luglio 2008

IL NUCLEARE IN FRANCIA

Visto che tutti parlano del nucleare in Francia ho tradotto questo articolo dal sito "Sortir du nucléaire" Ve lo propongo Per una riflessione.

http://www.sortirdunucleaire.org/index.php?menu=actualites&sousmenu=edito#

14/07/2008

I reattori di terza generazione (EPR) contro il caro petrolio: l’errore nucleare

La recente fuga di uranio a Tricastin ricorda a ciascuno di noi che il nucleare è un’industria pericolosa e inquinante, pertanto, da qualche mese, è legittimo chiedere che, come contropartita a questi rischi, il nucleare “assicuri la nostra indipendenza energetica”. Ora è sufficiente aprire gli occhi per constatare che, nonostante i suoi 58 reattori nucleari, la Francia è colpita dal grave flagello della crescita dei prezzi dell’energia.

E’ con il pretesto di ridurre la fattura del costo dell’energia del paese, e contemporaneamente combattere il riscaldamento globale, che M. Sarkozy intende far costruire in Francia un secondo reattore nucleare di terza generazione (EPR). Ora è sufficiente aprire gli occhi per constatare che il nucleare è una risposta perfettamente inefficace ai gravi problemi del clima e dell’energia: malgrado i 58 reattori che producono l’80% della sua elettricità, la Francia è colpita come i suoi vicini per l’esplosione dei prezzi dell’energia. I pescatori, gli automobilisti e molte altre categorie sono qui a testimoniarlo.

I documenti annuali* del Ministero dell’Economia sono d’altronde chiari :”Nel 2006 la fattura pagata per l’approvvigionamento energetico è il doppio di quella del 2003Senza questa le esportazioni francesi avrebbero un attivo di 15 miliardi di euro Con questa hanno un passivo di 30 miliardi”
I fautori del nucleare si sono limitati a dire che “senza il nucleare sarebbe stato peggio” questo è ridicolo
- è forse questo il miracolo nucleare?- e inoltre è con il nucleare che è peggio perché dobbiamo aggiungere alla fattura del gas/petrolio anche la fattura del nucleare. Perché, certe dichiarazioni lo lasciano abusivamente credere, il nucleare non è “gratuito”, anzi al contrario:
- l’investimento di partenza è faraonico. La Francia è ben lontana dall’aver finito di pagare i reattori attualmente in servizio. Se il denaro pubblico investito nell’atomo apparisse sulla fattura EDF (Società dell’energia elettrica francese, n.d.t) i cittadini vedrebbero bene che l’energia nucleare è estremamente cara. E’ vero che, negli USA, è solamente perché lo stato federale offre dei sostanziali aiuti pubblici alle compagnie private che certi prendono in considerazione la costruzione di qualche nuovo reattore.
- La fattura nucleare “a valle” (smantellamento degli impianti, scorie radioattive) si annuncia anche questa incommensurabile. EDF vuol rassicurare pretendendo di aver messo da parte qualche decina di miliardi di euro, ma la Gran Bretagna ha fissato in 103 miliardi di euro il costo dello smantellamento delle proprie installazioni, sebbene molto meno numerose delle nostre. E’ evidente quindi che, presto o tardi, mancheranno molte centinaia di miliardi di euro… e ancora di più se nuovi reattori saranno costruiti. I nostri figli apprezzeranno.
Per raggiungere il clou, ricordiamo che il nucleare non copre che il 2,5% del consumo mondiale di energia: una parte così piccola che ha un’influenza quasi nulla sul clima e sul prezzo dell’energia. E, a quanto dicono qua o là, questa parte va anche calando: dei nuovi reattori saranno costruiti qua e là, ma saranno sempre meno numerosi di quelli che saranno chiusi negli anni a venire. La metà dei 435 reattori in servizio sulla Terra sono vicini alla chiusura.

Conviene anche guardare cosa succede in Cina, presentata come il nuovo “eldorado” dell’atomo. Se la Cina costruisse le nuove 40 centrali annunciate il nucleare coprirà in realtà il…4% della loro elettricità, che significa lo 0’7% del consumo cinese d’energia. E la maggior parte dei 103 reattori americani si fermeranno nei prossimi vent’anni. L’atomo resterà in ogni caso un’energia marginale, anche nei paesi i più nuclearizzati.
Il nucleare è dunque incapace di “assicurare l’indipendenza energetica” di un paese, anche se copre l’80% del fabbisogno elettrico come in Francia. E questo tanto meno, perché l’uranio, il combustibile dei reattori, è importato al 100%. Il suo prezzo si è moltiplicato per dieci in pochi anni e questo non è che l’inizio: diversi paesi nuclearisti, Cina in testa, hanno cominciato a battersi per accedere alle ultime riserve facilmente estraibili.

Inoltre non bisogna dimenticare i problemi ben conosciuti del nucleare, che qui non sviluppiamo:

-rischi di catastrofe: si è sfiorato il peggio durante l’estate del 2006 a Fosmark in Svezia e nell’estate del 2007 lo stesso Kashiwasaki in Giappone.
-scorie radioattive, malgrado le belle dichiarazioni in 50 anni, nessuna soluzione accettabile esiste, e una vera e propria catastrofe sta per accadere in Germania, dove delle scorie sono state stoccate in una miniera di sale che doveva assicurare un confinamento “perfetto”. In Francia lo Stato cerca attualmente un sito per depositare delle scorie radioattive: 3115 comuni sono stati individuati….ma le persone a ragione non vogliono questo regalo imposto
-ricadute sull’ambiente: un importante studio scientifico a dimostrato in Germania un aumento dei casi di cancro 50 km. Intorno a una centrale.
-contaminazione dell’ambiente per le miniere di uranio: L Francia nucleare contamina il Niger, è una vera delocalizzazione dell’inquinamento.
-proliferazione dei fini nucleari: la Francia nucleare fa un vero business con dei dittatori come Gheddafi.

Ma c’è un’altra verità da conoscere ben più gioiosa: sulla Terra, le energie rinnovabili producono molto più del nucleare. La sola energia idroelettrica produce più dell’atomo: 3000Twh/an contro 2600 . Da qui si potrebbero cancellare le idee sbagliate, sfortunatamente così diffuse in Francia, il solo paese al mondo dove si crede che il nucleare sia indispensabile e le rinnovabili da non prendere in considerazione.

Le prospettive di crescita dell’energia eolica sono esponenziali su tutto il pianeta, con una produzione così massiva che sono superate le obiezioni retrograde sull’intermittenza di questa produzione. Anche il solare (termico o fotovoltaico) è in piena evoluzione, in particolare negli stati come la California che hanno compreso che il futuro è nelle rinnovabili. Combinando il risparmio energetico e le rinnovabili, è possibile assicurare protezione dell’ambiente e indipendenza energetica: ci saranno sempre sole, vento, legna. Quando si produrranno, più presto di quanto non si pensi, dei gravi problemi di approvvigionamento di petrolio, gas, uranio, i grandi perdenti saranno coloro che avranno sprecato il loro danaro nel nucleare, a cominciare dal povero reattore EPR del quale i due cantieri in corso, in Finlandia e a Flamanville in Francia conoscono dei gravi inconvenienti.

Infine, bisogna ricordare che, contrariamente a quello che sostengono i suoi promotori, l’EPR non è adatto a resistere aun’impatto con un aereo di linea: per aver reso pubblico un documento confidenziale della difesa, redatto da EDF, che riconosce questa vulnerabilità l’autore del presente articolo è stato arrestato a due riprese dala DST e rischia 5 anni di prigione: il nucleare non aiuta né la democrazia né l’ambiente.

Stéphane Lhomme
Portavoce di Réseu “Sortir du nucléaire”
*http://www.industrie.gouv.fr/energie/statisti/bilans-factures-htm
Traduzione di Enrica Martolini